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4 brutali omicidi che hanno scioccato la Finlandia

Ci sono crimini che restano scolpiti nella memoria collettiva per la loro crudeltà. Ecco quattro dei casi più efferati e scioccanti della storia criminale finlandese.

Perché la realtà è molto più terribile di qualsiasi film horror.

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1. Il massacro del Lago Bodom (1960) 

Forse il più celebre e inquietante caso di cronaca nera della Finlandia, ancora oggi avvolto nel mistero. Era la mattina del 5 giugno 1960 quando Esko Johansson, arrivato al lago Bodom con i figli per fare il bagno, notò una tenda accasciata sulla riva. Avvicinandosi, fece una scoperta tremenda: accanto alla tenda, gravemente ferito, giaceva il 18enne Nils Gustafsson; all’interno, invece, si trovavano i corpi senza vita di Irmeli Björklund (15 anni), Anja Mäki (15) e Seppo Boisman (18). I quattro amici avevano trascorso la serata in allegria, ignari che la gita si sarebbe trasformata in un incubo. Durante la notte l’aggressore tagliò i tiranti della tenda, intrappolando all’interno i ragazzi, per poi massacrarli con un oggetto contundente. Due di loro vennero anche pugnalati più volte. L’unico sopravvissuto, Gustafsson, riportò fratture craniche e ferite profonde. Le indagini furono viziate dagli errori, la scena del crimine venne contaminata dalla presenza di troppi curiosi.
Uno dei sospetti più discussi fu il tedesco Hans Assman, che il giorno dopo la tragedia si presentò in ospedale a Helsinki, insanguinato e apparentemente in stato di shock. Tre testimoni confermarono il suo alibi per la notte del massacro. Anni più tardi, Assman fu di nuovo collegato al caso Bodom e ad altri omicidi irrisolti, e si dice che abbia persino confessato in punto di morte. Tuttavia, la polizia escluse definitivamente ogni suo coinvolgimento.
I sospetti ricaddero anche su Karl Valdemar Gyllström, il burbero gestore del chiosco, noto per il suo odio verso i campeggiatori. Secondo alcune testimonianze, avrebbe persino confessato il delitto a un vicino ma l’alibi fornito dalla moglie lo scagionò dalle accuse. Nel 1969 si tolse la vita annegando nel Lago Bodom, alimentando ulteriormente i sospetti e le voci sulla sua possibile colpevolezza.
Nel 2004, i riflettori si spostarono sull’unico sopravvissuto, Nils Gustafsson. L’accusa sosteneva che fosse stato lui stesso l’autore della strage, forse in preda a un impeto di gelosia verso Boisman. L’ex investigatore Tuominen dichiarò che Gustafsson gli avrebbe detto “Quel che è fatto, è fatto, sono passati 15 anni”. Gustafsson fu assolto nel 2005.
Gli assassini erano più di uno? Chi era l’uomo che quella mattina fu visto correre vicino al lago da un pescatore, e che corrispondeva alla descrizione fornita sotto ipnosi dallo stesso Gustafsson? Perché l’assassino rubò oggetti di scarso valore, come le scarpe delle vittime, ma lasciò intatte le motociclette? Perché il volto di Anja Mäki fu coperto dopo la morte?
Il massacro del Lago Bodom presenta inquietanti analogie con gli omicidi di Tulilahti del 1959, quando due ragazzine furono uccise mentre campeggiavano. Potrebbe trattarsi dello stesso killer? A più di sessant’anni di distanza, il caso del Lago Bodom resta avvolto nel mistero. È diventato quasi leggenda, alimentato da libri, documentari e persino dalla celebre band metal Children of Bodom. Un enigma criminale che rimane una delle ferite aperte più oscure nella storia della Finlandia.
➡️ Ascolta COB – Silent night, Bodom night

2. Antti Veikko Ilmari Siltavuori – “Lo zio Jammu” (omicidi di Myllypuro, 1989)

Nel 1989 Helsinki fu scossa dalla scomparsa di due bambine di 8 anni. Le indagini portarono presto a Siltavuori, conosciuto come Jammu-setä (lo zio Jammu), già condannato per abusi su minori e tentato omicidio che, uscito di prigione, prese ad adescare le ragazzine. Durante le indagini emerse pure che aveva affittato un edificio isolato, dove aveva costruito due celle insonorizzate con finestre murate e grate, troppo piccole per degli adulti. Nella sua auto la polizia trovò i corpi carbonizzati delle bambine, una uccisa con sonniferi, l’altra strangolata, entrambe bruciate in un barile. Fu impossibile stabilire se prima di morire fossero state vittima di violenza sessuale. Dichiarato parzialmente incapace di intendere e volere, scontò 15 anni e venne poi internato in un ospedale psichiatrico dove morì nel 2012. Il caso, uno dei più mostruosi della storia criminale finlandese, mise in luce gravi lacune nella gestione dei criminali sessuali recidivi e spinse a riforme nella tutela dei minori.
➡️ Ascolta la canzone ispirata allo zio Jammu

3. Jarno Elg e la “setta satanica” di Hyvinkää (1998)

Jarno Elg, già con precedenti penali, insieme all’allora fidanzata Terhi Tervashonka, all’amico Mika Riska e a un sedicenne rimasto anonimo, uccise e smembrò un amico di 23 anni. Secondo Tervashonka, quella sera i quattro erano ubriachi e legarono la vittima con del nastro adesivo per zittirla, rendendosi però conto troppo tardi che l’uomo stava soffocando. Il corpo fu smembrato con una motosega e gettato nella spazzatura. Alcune voci sostengono che le parti del corpo siano state utilizzate in riti satanici: Tervashonka ha sempre negato, ma i media hanno ribattezzato il caso “il delitto satanico”.
Elg fu condannato all’ergastolo ed è oggi a piede libero. Il sedicenne fu scagionato perché agiva sotto l’influenza di Elg; Riska scontò meno di tre anni per violenza; Tervashonka si beccò 8 anni e mezzo ma, quando nel 2007 uccise un uomo a colpi d’ascia, fu condannata ad altri 10 anni. Oggi vive e lavora a Hämeenlinna.

4. Virpi Butt & Janne Hyvönen – La coppia cannibale (anni ’90-2000)

Lei, ex concorrente del programma TV Gladiaattorit. Lui, tossicodipendente. Insieme hanno formato una delle coppie più violente della Finlandia.
Nel 2002 uccisero e smembrarono il ventinovenne Kari Pekka Anttonen: Hyvönen cucinò e mangiò le gambe della vittima, bollì la testa osservando con macabra curiosità il volto che cambiava espressione; Butt, intanto, offrì alcuni pezzi del corpo a una conoscente.
Due anni dopo, nel 2004, Butt pugnalò dieci volte Arto Malinen, poi chiamò Hyvönen: insieme smembrarono il corpo e, con raccapricciante cinismo, passarono con l’auto sopra la testa della vittima per vedere cosa succedeva. In entrambi gli omicidi, le membra furono abbandonate nei cestini di Tampere.
Butt fu sospettata anche della sparizione di Raisa Räsänen, avvenuta nel 1999. Diversi testimoni affermarono di averla vista con la vittima, e alcuni sostengono che la donna abbia mostrato compiaciuta la testa della vittima.
Uscita di prigione nel 2018, Butt cambiò nome e si trasferì in un piccolo paese della Finlandia orientale. Morì in Ghana nel 2021.
Hyvönen, che durante il processo si presentò indossando i vestiti della seconda vittima, uscì di prigione nel 2019, ma nel 2025 è stato ucciso da malviventi, dopo essere stato di nuovo dentro per guida in stato di ebrezza e traffico di droga.

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Fonti e approfondimenti:

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